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Si รจ tenuta nei giorni scorsi, nella stupenda cornice dellโAula Magna del Liceo Classico โTorquato Tassoโ di Salerno, unโinteressante conferenza del professor architetto Stefano Manlio Mancini, giร docente di Storia dellโArte presso la stessa scuola e originario di Isola del Liri, cittadina laziale in provincia di Frosinone, ma fino al 1927 in provincia di Caserta e, prima dellโUnitร dโItalia, facente parte del Regno delle Due Sicilie e che prende, inoltre, il suo nome dalla caratteristica forma del nucleo piรน antico, racchiuso fra due rami del fiume Liri, ciascuno dei quali presenta una spettacolare cascata, ma da diversi anni residente a Salerno, sul tema โI monumenti industriali della ex cittร -fabbrica di Isola del Liriโ.
Dopo i saluti del Dirigente Scolastico, preside prof. Ida Lenza, ed una breve relazione introduttiva del prof. Alfonso Di Muro, docente di Storia dellโArte presso il medesimo istituto scolastico, a prendere la parola รจ stato il prof. Mancini โ autore di studi e saggi di storia dellโarte, di storia dellโarchitettura e, in particolare, sullโArcheologia Industriale nel Mezzogiorno dโItalia โ che nei giorni precedenti allโevento ha tenuto una lezione propedeutica, alle quattro classi partecipanti alla manifestazione (5A, 5B, 5F e 5H), sulla definizione, sui limiti cronologici della suddetta materia e sul concetto di monumento industriale e che ha illustrato, con una serie di interessanti stampe ed immagini dโepoca (di cui alcune degli inizi del โ900), un centro, la ex โcittร โ fabbricaโ di Isola del Liri โ un complesso organismo industriale attualmente quasi in disuso, legato al ricco sistema idrico e alle sue valenze produttive โ la cui connotazione caratteristica รจ difficilmente riscontrabile in altre realtร del Meridione.
Lo stesso docente ha cominciato il suo intervento proiettando inizialmente un video sulla cittร delle cascate e della musica (gemellata con New Orleans e nella quale, agli inizi di luglio di ogni anno si tiene il โLiri Blues Festivalโ, importante rassegna di musica Blues che vede la partecipazione anche di musicisti statunitensi), prodotto in occasione della partecipazione del centro lirino al concorso nazionale โIl borgo dei borghiโ (promosso dalla trasmissione televisiva โKilimangiaroโ, in onda la domenica pomeriggio su Rai Tre), per il quale la cittadina che rappresentava la Regione Lazio, si รจ classificata al quarto posto nellโedizione dello scorso anno.
Gli studenti partecipanti alla conferenza hanno potuto cosรฌ conoscere i monumenti industriali di un centro โ sorto in epoca medioevale sulle sponde del fiume Liri โ unico esempio nel Basso Lazio di un tipo di sviluppo insediativo, caratteristico soprattutto delle regioni industrializzate del Nord. In particolare: lโex Cartonificio Bottaro (lโattuale Centro commerciale), un opificio che in passato vedeva integrate alle funzioni produttive la residenza dei proprietari; la spettacolare Cascata del Valcatoio e il vecchio complesso industriale laniero dellโex convento di San Francesco, inattivo da diversi anni e attualmente sede distaccata degli uffici comunali e del teatro comunale โCostanzo Costantiniโ; lโimponente Cascata Verticale e lโisolotto della cartiera Angelo Mancini (giร Courrier), la cui peculiaritร รจ in un certo senso lโunitร tipologica fabbrica โ villa: la fabbrica, infatti, con il suo fronte residenziale rappresentativo e il retrostante nucleo industriale (ormai inattivo da alcuni anni) con le relative attrezzature idrauliche, costituisce un particolare esempio di quella compenetrazione tra le funzioni della residenza e della produzione, alla stessa stregua dei manufatti del tessuto urbano che al piano stradale avevano โla bottega artigianaโ e al piano superiore la residenza; il castello Boncompagni (oggi Viscogliosi), che costituisce il simbolo piรน espressivo di una tipica e locale ambivalenza insediativa: lโoriginaria rocca trecentesca costruita a controllo del fiume presso le cascate che qui si formano, e i successivi ampliamenti architettonici hanno dato vita ad un complesso organismo residenziale โ produttivo, il quale collega allโimponente palazzo signorile le strutture proprie di un impianto industriale ancora in uso, anticipando a scala ridotta il carattere dellโottocentesco sviluppo cittadino; lโabitato di Isola Superiore e il complesso โFibrenoโ (giร โCartiera del Fibrenoโ), uno degli elementi piรน significativi dellโespansione ottocentesca lungo lโasse stradale per Sora, sorto su di un preesistente convento cinquecentesco dei Carmelitani di Santa Maria delle Forme. (Il complesso, infatti, conserva stretti rapporti con le costruzioni limitrofe, costituenti il primo nucleo di case operaie e le infrastrutture edificate a servizio delle maestranze della fabbrica, secondo un programma teso ad associare le abitazioni della comunitร operaia ai luoghi della produzione). Ai discenti รจ stata anche illustrata quella parte della โFibrenoโ, anticamente denominata โSoffondoโ che in questi ultimi anni, per iniziativa dellโAmministrazione Comunale di Isola del Liri, รจ stata oggetto di un progetto โ finanziato con fondi C.E.E. e poi abbandonato โ di restauro e riuso a spazi museali e a sede del โCentro Europeo della Civiltร della Carta e delle Telecomunicazioniโ; infine, lโimpianto della ex Cartiera Emilio Boimond, che conserva ancora oggi lโassetto tipico del complesso industriale degli inizi del โ900 e, in uno degli edifici, una grande macchina continua per la fabbricazione della carta. La struttura di questโultimo stabilimento รจ in conglomerato cementizio armato: le forme plastiche dei vari manufatti, le soluzioni figurative, il rapporto fra i volumi e quello fra lโordito strutturale e le tamponature, alludono con forza ad espressivitร dal carattere protorazionalista, anche se affiorano motivi decorativi tardo-liberty.
Sono stati poi analizzati anche i processi di lavorazione della carta nelle fabbriche isolane, evidenziando la vocazione industriale e produttiva del territorio lirino.
Il docente, infine, ha proiettato e commentato il documentario dโarchivio โLโindustria della carta nellโisola di Liriโ (questo รจ il titolo originale), un eccezionale filmato del 1910, girato allโinterno della โCartiera del Liriโ, allโepoca di proprietร della Societร delle Cartiere Meridionali, il piรน importante impianto industriale cartario dellโItalia centromeridionale in quel periodo. Il cortometraggio di notevole interesse e realizzato in quellโanno dalla casa cinematografica romana โCinesโ, รจ stato rinvenuto alcuni anni fa nella Cineteca di Bologna dal sorano Luca Rea, autore televisivo e regista di Rai Due.
Non sono mancate, alla fine della relazione del prof. Mancini, le domande di alcuni studenti, in particolare:
Diego Maria Maiellaro, classe 5A: Quanto reputa importante al giorno dโoggi la storia locale e la cura del patrimonio industriale in unโepoca in cui le industrie sono state trasferite in altre aree, spesso lontane dai centri abitati?
Stefano Manlio Mancini: Ritengo che la storia locale, la conservazione, la tutela, il restauro ed il riuso dei monumenti industriali siano imprescindibili affinchรฉ lo straordinario patrimonio di memorie, di cultura, di attivitร di una realtร che ha visto nascere e svilupparsi il processo dellโindustrializzazione, non vada dimenticato, compromesso o addirittura cancellato. E questo รจ il caso di Isola del Liri, dove sono state individuate dal Piano Regolatore Generale del 1973, lo strumento urbanistico tuttora vigente, le zone destinate a nuovi insediamenti industriali, quali le localitร Tremoletto, Magnene e la vasta area compresa fra Selva e Barca San Domenico, liberando cosรฌ il centro storico ed i quartieri nati con lโespansione ottocentesca della cittadina dalla presenza, ormai divenuta ingombrante, delle varie fabbriche. Tale scelta รจ stata dovuta al fatto che le suddette aree costituiscono ancor oggi โ compatibilmente con le compromissioni dovute alla edificazione sparsa avvenuta negli ultimi anni โ โil massimo contributo in termini di territorio pianeggiante che il Comune di Isola del Liri โ per dirla con Federico Malusardi, il progettista di tale piano โ puรฒ fornire in maniera organica allo sviluppo dellโagglomerato industriale di Isola del Liri-Sora, previsto dal Consorzio per lโarea di sviluppo industriale di Frosinoneโ.
Demetra Giordano, classe 5B: Cosa ne pensa del fatto che il paesaggio naturale idilliaco della cittadina isolana sia stato completamente trasformato dallo sviluppo industriale che ha portato a dei cambiamenti drastici del suo territorio?
S.M. Mancini: Indubbiamente il paesaggio naturale di Isola del Liri (giร Isola di Sora) con le due spettacolari cascate Verticale e del Valcatoio, immortalato da artisti quali il pittoreย tedesco Jakob Philipp Hackert, i francesi Jean-Joseph-Xavier Bidauld e Florent Fidรจle Constant Bourgeois, il tedesco Ernst Fries e i napoletani Raffaele Carelli e Salvatore Fergola, questi ultimi autorevoli esponenti della ben nota dellaย Scuola di Posillipo, tanto per citarne i maggiori che, allโepoca del Grand Tour, abbiano visitato e rappresentato nelle loro opere la cittadina isolana, ha subito una radicale e brutale trasformazione con la rivoluzione industriale, iniziata nella Media Valle del Liri a partire dal Decennio francese (1806-1815). Proprio in questo periodo furono soppressi, con infelici trasformazioni di edifici giร esistenti, il convento dei frati minori conventuali di San Francesco, nel nucleo storico, dato in censuazione dal Governo Napoletano allโindustriale laniero Gioacchino Manna, e quello cinquecentesco dei carmelitani di Santa Maria delle Forme, in localitร Tavernanova, offerto in concessione nel 1812 al francese Carlo Antonio Beranger, il pioniere e lโanimatore della moderna industria della carta meridionale, che vi impiantรฒ una cartiera allโolandese โ la prima nel Mezzogiorno โ poi rilevata nel 1822 dallโaltro connazionale, lโimprenditore Carlo Lefebvre di Pontarlier, che in breve vi fece prosperare lโattivitร cartaria, venendo cosรฌ ad occupare un posto di primaria importanza nella storia della carta del Mezzogiorno.
Barbara Lamberti, classe 5F: In che modo le cascate hanno influenzato lโurbanistica e lโarchitettura della cittร di Isola del Liri?
S.M. Mancini: Le cascate della cittadina isolana sono da sempre una risorsa per lโintero paese. Molto probabilmente, come afferma il mio carissimo amico Alessandro Viscogliosi nel video che ho proiettato allโinizio del mio intervento, la Cascata Verticale fu creata nel Medioevo, quando fu deviato il corso del fiume Liri, per consentire una piรน sicura difesa del Castello che fu costruito sulla rupe collocata in quel punto, per contrastare la minaccia delle possibili invasioni dei barbari e dei saraceni che risalivano il corso fluviale con le loro imbarcazioni, tesi questa sostenuta precedentemente dallo storico locale Arduino Carbone, secondo il quale lโacqua, piรน di duemila anni fa, โpoteva ben defluire tutta tra le rocce di quella che oggi chiamiamo Cascata del Valcatoio, nascosta dagli alberi, priva di apparenza spettacolare.
Fu lavoro facilissimo quello di incidere il travertino spugnoso, carico di acqua, e di rimuovere i tronchi e la melma accumulati dalle piene contro la riva sinistra: ed ecco miracolosamente o intelligentemente create dagli ingegneri idraulici dellโalto medio evo la cascata grande e lโisola. In alto si metterร un castello e nellโisola staranno bene le abitazioni e le chiese per i sudditi!โ.
Lo stesso autore poi si sofferma sulla โlotta titanicaโ sostenuta dal Comune isolano e da tutta la sua popolazione contro la soppressione o la diminuzione di portata della โloro cascata monumentale e vitaleโ. Tale strenuo conflitto culminรฒ nel decennio 1949-1959, quando โdue societร per la produzione ed il commercio dellโenergia elettrica, la S.I.A.L. (Societร Idroelettrica Alto Liri) e la S.R.E. (Societร Romana Elettricitร ), presentarono al Ministero dei Lavori Pubblici un progetto che prevedeva la creazione di un grande bacino di raccolta sullโampliato lago Fibreno e la deviazione delle acque, mediante canalizzazione anche in galleria, da Balsorano al lago Fibreno e da questo [alla vicina] Anitrella, lasciando cosรฌ privi di acque il fiume Fibreno per tutto il suo corso ed il Liri tra Balsorano ed Anitrellaโ.
Insorsero fermamente i 14 Comuni coinvolti nel progetto, insieme con i dirigenti delle diverse industrie dellโintero territorio, organizzando scioperi, proteste e manifestazioni varie che raggiunsero l’apice nel grande convegno, tenutosi ad Isola del Liri nel Cinemateatro del conte Mangoni di Santo Stefano il 27 luglio 1958, al quale parteciparono fraternamente tutte le forze politiche, gli Enti e le autoritร provinciali, gli industriali e gli operai e la popolazione intera. Seguirono forti opposizioni ufficiali che fecero sรฌ che il โprogetto delittuoso โ come afferma sempre il Carbone โ dopo aver subito in sede istruttoria lโunanime opposizione da parte di tutti, direttamente interessati o non, fu clamorosamente bocciato e le cascate isolane furono salve per sempreโ:
Giulia Giardullo, classe 5H: In che modo lโArcheologia Industriale si differenzia dalla tradizionale Storia dellโarte?
S.M. Mancini: LโArcheologia Industriale si puรฒ considerare in sostanza una branca della Storia dellโarte, essendo una disciplina che si interessa dellโinvestigazione, della catalogazione, della conservazione, del restauro e del riuso di particolari monumenti, e cioรจ quelli industriali, presi in esame nel contesto della storia socio-economica e tecnologica. Ma poichรฉ il desiderio di circoscrivere lโapproccio di tale materia alla sola componente estetica del processo di analisi si รจ dimostrato ben presto irrealizzabile sul piano operativo, โdobbiamo convenire che lโA.I. โ scrive Gregorio Rubino โ deve considerarsi, piรน in generale, un campo di studi aperto alla problematica storica del mondo del lavoro e della cultura materiale, al cui approccio sono interessate discipline le piรน diverse e studiosi di varia formazione, dalla economia alla sociologia, dalla tecnologia al design, dalla geologia allโurbanistica, dallโarchitettura al restauro etc.โ.
Maria Teresa Mauro, classe 5H: Qual รจ il rischio nel separare lโoggetto industriale dal contesto storico e sociale?
S.M. Mancini: La risposta a questa domanda รจ univoca e cioรจ che bisogna convenire che, facendo riferimento alle esperienze dapprima maturate in altri paesi europei, quali ad esempio i casi di Coalbrokdale e dellโIronbridge Gorge Museum di Telford in Gran Bretagna e quello dellโEco-Museo di Le Creusot in Francia (sorti intorno alla fine degli anni โ60 del secolo scorso), e successivamente anche in Italia, oggetto dellโintervento di protezione non potrร essere il singolo episodio industriale โ il manufatto architettonico o la โmacchinaโ โ esaminato caso per caso ed estrapolato dal suo contesto, quanto il sistema di fabbrica, cioรจ il complesso delle risorse idrogeologiche e paesistiche, minerarie e forestali, infrastrutturali e produttive che hanno interessato una determinata area geografica, in una particolare epoca, e con precisi risvolti di carattere storico, politico, economico e tecnologico. ร necessario poi fare una distinzione โ sempre secondo il Rubino โ fra โpaesaggio industriale, inteso come paesaggio artificiale prodotto dai modi di produzione della Grande Industriaโ, e โambiente industriale che รจ ad un tempo luogo fisico (ecosistema) e culturale (usi, costumi, folcloreโฆ)โ, concludendo come la tutela dei monumenti industriali non sembri differire dalla tutela monumenti-ambiente propria della moderna metodologia del Restauro.

















