𝐏𝐍𝐀𝐋𝐌 – 𝐂𝐚𝐬𝐨-𝐏𝐞𝐬𝐜𝐨𝐬𝐨𝐥𝐢𝐝𝐨, 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐀𝐈𝐖 𝐮𝐧𝐚 𝐫𝐞𝐭𝐭𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚 𝐜𝐨𝐧 𝐩𝐨𝐜𝐡𝐢 𝐝𝐮𝐛𝐛𝐢

In America, per ampliare un’area protetta anche di solo mezzo ettaro, viene consultato il popolo e viene tracciata una inoppugnabile carta geografica; da noi, quasi mai nessun preventivo consulto popolare viene fatto, e sempre carte interpretabili (finanche dai giudici!) vengono tracciate. Sta succedendo di nuovo per la cosiddetta proposta di ampliamento del Parco ad una zona del Comune di Pescosolido (Frosinone). Come disse una volta (ed è verità storica!) il noto ambientalista che ci ha lasciati da poco tempo quando asserì che “questo Parco d’Abruzzo mi sembra come la pelle dei c…..ni!” Per dire che i suoi confini si allargavano a stringevano a secondo della necessità di stabilire se una zona era da considerare dentro i suoi confini o al suo esterno!
Ecco, l’ultima proposta di ampliamento che ci è giunta dal Comune di Pescosolido è talmente imprecisa che nessuno potrà mai indicare quali zone vi saranno comprese e quali no: col rischio che al momento di stendere il Decreto ministeriale che – qualora la pratica fosse terminata – potrebbe comprendervi tutto e di più; ma purtroppo solo quando, per eventualmente contrapporvisi, ai cittadini non resterà che dei costosi ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato!
Ci riferiamo con questo, all’ultimo nostro comunicato in merito, del quale chiediamo venia al Sindaco e… amico (?) Donato Bellisario, per aver prima scritto, per inesatta nostra informazione, che egli fosse in fase di decadenza amministrativa (non è vero: egli resterà in carica per altri quattro anni), di essere stato contrario al Parco (e crediamo alla sua parola che non lo sia stato), e dall’altro di aver inteso come area di ampliamento tutta la Val San Pietro (mentre riguarderebbe solo una sua parte). Vero è che, come giustamente sostiene il Sindaco, si tratterebbe di una zona molto scoscesa e di soli circa 300 ettari, in gran parte già “riservino chiuso alla caccia” (ma che con il Parco diverrebbe PERENNEMENTE CHIUSO ALLA CACCIA!), ma vero anche che si verrebbe a creare un precedente non da poco, perché, come dice il proverbio, l’appetito viene mangiando; e non ci sarebbe da meravigliarsi se tra qualche anno si chiederà di aggiungervi qualche altro pezzetto, e poi qualche altro pezzetto ancora! Si sa, l’importante è creare il PRECEDENTE, e il precedente sarebbero proprio questi iniziali 300 ettari!

Onestamente l’AIW potrebbe anche non opporsi a questa scelta, qualora il Comune di Pescosolido volesse decidere in tal senso: siamo ancora in una libera democrazia. Ma, se lo scopo è dare una salvaguardia alla zona, come sostiene il Sindaco, allora perché non designare con propria autonoma e libera decisione la grande Area Wilderness a suo tempo proposta? Un’Area che darebbe garanzie di salvaguardia altrettanto e anche più valida, essendo lo stesso Comune a stabilirla e a governarla senza l’avallo di un Decreto statale INAMOVIBILE, IMMUTABILE e IRREVOCABILE? Quale migliore garanzia di salvaguardia secondo il concetto ALTAMENTE DEMOCRATICO del: è terra nostra, e noi ci impegniamo formalmente a conservarla immuta nel tempo così come lo è stata fino ad oggi?  È questo il principio fondamentale delle Aree Wilderness! In fondo, andando all’inizio di questo commento, in America sia i famosi Parchi Nazionali dello Yellowstone (Wyoming) e Yosemite (California) sono LETTERALMENTE CIRCONDATI di Aree Wilderness, dove alla SEVERA tutela del territorio NON CORRISPONDONO DIVIETI DI CACCIA O DI PASCOLO. E nessuno ha mai avanzato richiesta di incorporarle nei limitrofi Parchi Nazionali!
A meno che, a meno che… il veleno stia nella coda! Ovvero, che piuttosto che dare delle garanzie di salvaguardia a quei trecento ettari, si punti piuttosto ad ottenere dei meri modesti contributi di danaro pubblico da spendere in opere se non inutili, un domani presto dimenticate! Ma per intanto la comunità di Pescosolido avrà PERSO i propri diritti su quei 300 ettari di territorio, ALLIENATI per sempre al Parco!

Franco Zunino – Associazione Italiana Wilderness