๐๐๐๐๐๐ – ๐ ๐๐ฌ๐ญ๐ข๐ฏ๐๐ฅ ๐๐๐ฅ๐ฅ๐ ๐๐ญ๐จ๐ซ๐ข๐: ๐๐จ๐ฆ๐๐ง๐ข ๐๐ฅ ๐๐๐ฌ๐ญ๐๐ฅ๐ฅ๐จ ๐๐ข๐ซ๐ข๐๐ฆ ๐’๐๐ฆ๐๐ซ๐จ๐ฌ๐ข๐จ ๐ ๐๐๐จ๐ฅ๐ ๐๐ข๐๐๐จ๐ง๐
Al Castello di Alvito le storie non sono solo inchiostro su carta. Sono vite che camminano sul filo, appese a un futuro incerto e a un passato che non concede sconti.
Il Festival delle Storie, con lโincontro intitolato โDentro o fuoriโ in programma domani, giovedรฌ 28 agosto alle 19, non si limita a presentare un libro, ma apre una porta su un interrogativo che riguarda tutti: qual รจ il confine tra la colpa e la possibilitร ? Il titolo, piรน che un verdetto, รจ una domanda lanciata a una generazione che si sente sempre piรน a un bivio. Due donne, che hanno visto la vita da angolazioni estreme, si confrontano su questo confine invisibile. Da una parte, Miriam D’Ambrosio, la professoressa di frontiera, che in una scuola professionale non si arrende allโindifferenza. La sua cattedra รจ una trincea, e la letteratura diventa un’arma gentile per raggiungere quei ragazzi che, dietro la rabbia, nascondono una poesia inespressa. Nel suo libro, โFuori non รจ ancora cosรฌโ, c’รจ un atto di fede: la parola puรฒ ancora accendere una speranza, anche quando il mondo sembra aver spento tutte le luci. Dall’altra, Paola Ziccone, lโex direttrice del carcere minorile di Bologna, che porta con sรฉ il peso di un luogo dove il destino sembra giร scritto. Il suo โVerso Niniveโ (scritto con Matteo Maria Zuppi) รจ un promemoria che anche dietro le sbarre, l’educazione e il perdono non sono utopie, ma strumenti per incrinare la durezza del muro. โDentro o fuoriโ non รจ semplicemente la differenza tra una cella e unโaula, un tribunale e un banco di scuola. ร il confine sottile che ogni adolescente si trova ad attraversare, spesso senza una mappa. Alcuni finiscono โdentroโ per un gesto sbagliato, altri rimangono โfuoriโ per pura fortuna, per l’incontro giusto, per una mano tesa nel momento del bisogno. A volte, il destino di una vita non รจ un piano prestabilito, ma il risultato di un istante, di una parola che fa la differenza.
Il dialogo al Castello di Alvito non sarร un dibattito accademico, ma una sfida onesta e diretta. Riguarda noi tutti. Cosa significa crescere quando la vita ti ha giร etichettato come perduto? Quale futuro si puรฒ costruire quando il presente รจ un processo continuo? Forse non si hanno risposte definitive, ma lโevento dimostra che la letteratura, pur non salvando il mondo, puรฒ accendere un varco. E in quel varco, per un istante, dentro e fuori possono confondersi, mostrandoci che la speranza รจ sempre una possibilitร .
