FROSINONE – Dossier Legambiente sulle demolizioni edilizie: pessimi i dati ciociari

E’ stato presentato ieri da Legambiente il dossier “Abbatti l’abuso” sulle mancate demolizioni edilizie nei comuni italiani. In sintesi, dall’indagine emerge chiaramente come nelle regioni del Centrosud Italia, dove il fenomeno dell’abusivismo edilizio ha pesantemente compromesso il territorio, le demolizioni sono ferme al palo, andando così ad aumentare il divario con un Nord Italia che, invece, fa più controlli, sanziona l’abuso e demolisce.
Eloquente il dato nazionale: sulla base delle risposte complete date dai comuni al questionario di Legambiente, nella Penisola dal 2004, anno dell’ultimo condono, al 2020 è stato abbattuto solo il 32,9% degli immobili colpiti da un provvedimento amministrativo, un dato “trainato” dalla maggiore attività degli enti locali delle regioni del Centro Nord. Preoccupante anche il dato del Lazio, che con il 22,6% di ordinanze di demolizione eseguite precede solo Sicilia, Campania, Calabria e Puglia, ovvero le regioni in cui, a causa della presenza mafiosa, si concentra il maggior numero di illeciti legati al ciclo del cemento.
Nel questionario, che Legambiente ha inviato tramite PEC ai 7.909 comuni d’Italia e a cui hanno risposto in maniera completa e corretta 1.819 amministrazioni (un tasso di risposta del 23%), è stato chiesto di fornire il numero di ordinanze di demolizione emesse dal 2004 (anno successivo all’ultimo condono edilizio) al 2020, il numero di esecuzioni, il numero di immobili trascritti al patrimonio pubblico e quello delle pratiche trasmesse alle Prefetture come previsto dalla nuova legge (L.120/2020) in caso di inottemperanza entro 180 giorni.
Decisamente sconfortanti i dati relativi ai comuni della provincia di Frosinone, il cui tasso di risposta si è attestato ad un misero 5,5%. Nell’ambito delle amministrazioni che hanno fornito una risposta, il rapporto fra numero di abbattimenti eseguiti e numero di ordinanze emesse è stato appena del 18,3% (inferiore persino ai dati regionali di Sicilia e Campania), mentre solo 1 immobile è stato trascritto nel patrimonio immobiliare dei comuni, e nessuna ordinanza non eseguita è stata inviata al prefetto.
Da censurare in particolare il comune capoluogo, che con la sua mancata risposta al questionario ha restituito la misura della sua opacità nel rendere di pubblico dominio informazioni di grande rilevanza su una tematica di forte interesse urbanistico, tanto più grave se si considera che l’abbattimento degli immobili abusivi e la rinaturalizzazione delle aree interessate potrebbe almeno in parte compensare il pesante consumo di suolo causato dal gran numero di recenti nuove edificazioni autorizzate dall’amministrazione.
Come Legambiente vogliamo continuare a testimoniare la necessità che il Paese si liberi dallo sfregio dell’abusivismo edilizio, con un netto cambio di direzione che solo la classe politica può intraprendere. Non è più tollerabile che ancora oggi, soprattutto nelle aree del Sud, l’illegalità urbanistica sia moneta di scambio elettorale ed espressione di pratiche clientelari. Secondo l’associazione, procedere con gli abbattimenti è il migliore deterrente perché si scongiuri il sorgere di nuovi abusi. E’ dunque quanto mai urgente rendere effettivi i poteri sostitutivi dei Prefetti per quei comuni che non eseguono le ordinanze di demolizione.

Legambiente Frosinone

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